Omeopatia.

In Omeopatia si analizzano minuziosamente di tutti i  sintomi, così come espressi e personalmente vissuti dal paziente.
Durante la visita omeopatica il Medico li ascolta, li osserva senza pregiudizio, senza giudizio, senza interpretazioni e proiezioni.
I sintomi sono l’accesso allo squilibrio alla base della disarmonia dell’Energia Vitale, che proprio con quei peculiari sintomi si esprime. 
In sintesi il rimedio omeopatico corretto, somministrato con la corretta potenza, entrando in risonanza col nucleo più profondo del paziente amplifica enormemente e accelera in modo stupefacente il processo di consapevolezza e porta alla guarigione. La prescrizione poi non è data dal risultato della repertorizzazione [1] dei sintomi, ma dalla similitudine del rimedio coi sintomi espressi Dalla conoscenza della Materia Medica del rimedio. Come correttamente detto il Repertorio suggerisce, la Materia Medica stabilisce. 

Ricordiamo, inoltre, che non esistono cure per malattie, né il rimedio per tutti i casi delle stesse malattie poiché la cura omeopatica non riguarda la malattia, ma la cura per il paziente e proprio per questo motivo non esistono due casi della stessa malattia completamente identici. Ricordo che l’omeopatia cura la persona che vive nel suo modo unico e individuale una malattia o un problema; per questo motivo si può affermare che sia trasversale alle specializzazioni in quanto è centrale la persona prima delle sue malattie.

L’Omeopatia non è un’indagine psicologica, pur avvalendosi di un attento approccio degli stati emozionali del paziente. Tal cosa è tanto importante nella scelta del medicamento che, spesso, (NB – Hahnemann scrive “spesso, non “sempre”) lo stato d’animo del paziente è decisivo, perché rappresenta un sintomo preciso e caratteristico, ma sopratutto unico e personale che meno di qualsiasi altro può sfuggire all’osservazione del medico attento. Il medico omeopata accorto ha la capacità e di evocare, col dialogo, una serie di suggestioni ristrutturanti col paziente che permettono, come le chiavi nella giusta serratura, di aprire, sbloccare tutta una serie di chiusure che impediscono alla persona di prendere coscienza degli stati disfunzionali. In sintesi (come afferma il Dott. T.P. Paschero) durante la visita il Medico affronta il più difficile di tutti i suoi incontri; il confronto con se stesso

Il lavoro del Medico Omeopata può essere paragonato a quello dell’Archeologo che trova un monumento originario rimuovendo strati di terreno ad essa sovrapposta. In un caso cronico tutto ciò che è stato aggiunto alla situazione originaria del paziente è come il terreno che il tempo ha aggiunto al monumento.

[1] Repertorizzare: ricercare i sintomi del caso clinico in studio all’interno del Repertorio ed “incrociare” i rimedi corrispondenti al fine di poterne sceglierne uno, il più adatto per quel Paziente. La repertorizzazione é una pratica che richiede precisione ed una certa dimestichezza.

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