Ricomincia la scuola e per i ragazzi e bambini inizia un periodo fatto d’impegno, di sforzo e di stress, il tutto a prescindere dal tipo di studio intrapreso. Nel corso dell’anno sappiamo esistere dei momenti di impegno più intenso: quelli a ridosso delle interrogazioni e delle prove di verifica; durante queste fasi, anche chi non vi è predisposto, va incontro ad affaticamento e ad un calo della concentrazione legato allo stress, fenomeno che rappresenta una serie di eventi psicologici e fisici che causano nell’organismo una reazione di adattamento che serve a preservare il proprio equilibrio interno, anche perché è noto come lo studio richieda uno sforzo e un intenso impegno psicofisico.
Lo stress è poi causato da due eventi il dover affrontare una prova e il giudizio che da tale prova ne conseguirà. Ricordiamo che se di natura lo stress è un fenomeno atto a preservare il proprio equilibrio interno, nelle condizioni sovra accennate questo può divenire disfunzionale con diverse modalità di manifestazione: neurologica con ansia, agitazione, attacchi di panico; polmonare con asma e iperventilazione; cardiaco con tachicardia, irregolarità del battito, ipertensione e gastrointestinale con nausea, digestione lenta e difficile, crampi, bruciori di stomaco.
Oltre l’impegno che lo studio impone uno dei fattori scatenanti l’eccesso di stress è il considerare il giudizio della prova scolastica come un giudizio su sé stessi; ciò accade quando i ragazzi percepiscono giudicate la loro intelligenza e le loro capacità personali anziché la sola preparazione; meccanismo che tende a far dipendere la propria autostima da altri (in questo caso dal voto del docente). Quando tipo di stress diventando assume dimensioni eccessive trasformandosi in un grosso ostacolo bloccando le prestazioni intellettuali e ostacolando la concentrazione. Lo studente ha, quindi, un aumentato consumo di energie dovute sia all’impegno, ma determinato di più dallo stress per la prova d’affrontare, prova che è percepita da tale tipo di studente come uno stato d’allerta continuo per un evento prossimo, inconsciamente giudicato pericoloso. Tale emergenza è quella del giudizio altrui vissuto come una conferma delle proprie capacità, e delle risorse personali. Lo studente scambia la valutazione della propria preparazione con un giudizio personale del proprio essere, della propria intelligenza.
Questa particolare condizione provoca uno stato d’animo controproducente: le energie che s’indirizzano alla preparazione sono sottratte per gestire lo stress e l’ansia, si viene così a perdere concentrazione e capacità di memorizzazione; si attiva uno stato d’ansia da prestazione che può portare al blocco mentale, per cui lo studente di fronte alla prova non riesce ad esprimersi oppure lo stress si manifesta con agitazione che sottrae capacità all’esecuzione del compito assegnato.
Se lo stress è una risposta fisiologica, ancestrale, che canalizza tutte le risorse verso il superamento della casa stressante, nelle persone con eccesso di risposta questo è disfunzionale.
Il compito del medico omeopata in questo caso è duplice, innanzitutto col colloquio si crea una empatia che permette di comprendere al ragazzo come tutte queste le ansie e lo stress siano immotivati, dall’altro con l’ascolto e le giuste domande si individua il rimedio specifico per lo studente. Tale rimedio personalizzato permette di abbassare lo stato ansiogeno e contemporaneamente di acquisire nuove risorse per poter studiare nel modo più valido.
Da questo si comprende come possa essere utile una visita omeopatica, in presenza o online, per poter conoscere il ragazzo, le sue sfaccettature e potergli fornire il supporto migliore.